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Il vasto salone decorato ad affresco ha le pareti ritmate da grandi colonne dipinte, di sicuro effetto plastico, che delineano finte architetture che incorniciano la grande composizione centrale raffigurante la "Gloria della famiglia Pisani". I membri della famiglia sono rappresentati attorniati dalle personificazioni allegoriche delle Arti, delle Scienze, dei Geni della Pace, con davanti la Potenza e sopra la Madonna che osserva con benevolenza mentre la Fama divulga al mondo, rappresentato con i vari continenti, la gloria e la potenza della famiglia Pisani. Il grande affresco fu dipinto da Gianbattista Tiepolo fra il 1760 e il 1762 prima della sua partenza per la Spagna. Nel Salone delle feste, notevoli sono anche le decorazioni monocromatiche sul ballatoio dipinte da Gian Domenico Tiepolo ed i cancelli di ottone alle porte attribuiti a Giuseppe Casa. Nei circa dieci ettari del parco di villa Pisani ci sono i principali edifici del parco. Innanzitutto le scuderie, imponente fondale prospettico e scena teatrale, con le sue ali curve che ne migliorano la sonorità, essenziali per caratterizzare l'ispirazione del parco alla cavallerizza vitruviana. Altro elemento simbolico che va situato tra le prime realizzazioni è il labirinto, concepito inizialmente come circolare e ispirato, con la torretta servita da una doppia elica che conduce alla statua di Minerva, a una rituale conquista della saggezza. Il carattere ludico del nascondiglio, del ritrovamento e dell'inserimento delle persone in cornici illusorie, fondate su rimandi alla pittura e alla scultura, è presente anche nella bizzarra esedra esagonale a lati curvi, dove una chiocciola porta al belvedere con affaccio circolare centrale che permette a chi è sotto di vedere come in un dipinto del Mantegna o del Correggio la corona di volti di chi è salito. L'esedra è anche il centro da cui s'irraggiano molti degli assi prospettici che organizzano la composizione del parco, con capisaldi nell'arancera, nei gruppi scultorei del Bonazza e nei portali della recinzione, tra i quali primeggia quello soprannominato del Belvedere, caratterizzato da una doppia salita, intorno a colonne giganti, al percorso pensile di coronamento. Con la caduta della Serenissima la villa fu venduta a Napoleone Bonaparte che la donò al viceré d'Italia Eugenio Beauharnais; nel 1814 passò all'imperatore d'Austria ed infine nel 1866 ai Savoia che nel 1882 la cedettero al demanio.
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